Tra le novità di rilievo che interessano il settore immobiliare si registra la mancata riproposizione della disposizione inserita dal Governo Monti con il Decreto Legge 95/2012 (convertito con modificazioni in L. 135/2012), poi reiterata per oltre un decennio sino al precedente “Milleproroghe”, riguardante il divieto di aggiornamento dei canoni per le locazioni passive degli enti pubblici. In ordine a tale vicenda, può ritenersi finalmente raggiunto il risultato, sempre richiesto da Confedilizia sin dal primo momento, dell’eliminazione di una norma fortemente discriminatoria e penalizzante per i proprietari di immobili concessi in locazione alla P.A., a volte anche con contratti risalenti a molto tempo prima. Si è peraltro trattato di un divieto che ha contribuito a ingessare ulteriormente il mercato delle locazioni private e alla contrazione dell’offerta, che è stato peraltro ancorato a criteri del tutto avulsi dai principi di imparzialità e di parità di trattamento nei rapporti locatizi nonché di buon andamento dell’azione amministrativa, e a motivazioni assurde, per non dire imbarazzanti. Tra esse quella che richiamava "l'eccezionalità della situazione economica": non si riesce però neppure a ipotizzarla, visto che la norma di cui si discute è stata reiterata per oltre un decennio, e l’altra che assumeva addirittura pretese “"esigenze prioritarie di raggiungimento degli obiettivi di contenimento della spesa pubblica", come dire i soldi dei contribuenti possono essere anche sprecati, ma la spesa pubblica deve essere invece contenuta quando bisogna pagare ad un proprietario quanto stabilito in un contratto di locazione ed è previsto dalla legge, soprattutto in periodi di forte inflazione, che ha eroso in maniera consistente il potere di acquisto degli individui e delle famiglie. Per Sandro Scoppa, presidente di Confedilizia Calabria e Catanzaro: «si tratta di un segnale importante. L’auspicio è che, a siffatta iniziativa, da confermare però in sede di conversione del decreto, facciano seguito altre e più incisive misure come la liberalizzazione dei contratti di locazione degli immobili a uso diverso da abitazione e, contestualmente, l’introduzione della cedolare secca anche per siffatti rapporti, nella misura già in essere per le locazioni abitative a canone concordato. Tutte cose necessarie per il rilancio di un settore in forte crisi».
Catanzaro, 3 gennaio 2024.
UFFICIO STAMPA